Ancora su ambiente e salute

rifiuti industrialiDopo il mio intervento sulla correlazione tra inquinamento ambientale e cancro del 28 u.s. e la risposta senz’altro affermativa al quesito sull’esistenza di un aumento di incidenza dei tumori legato allo smaltimento dei rifiuti tossici, ampiamente dimostrato dalle pubblicazioni scientifiche, mi permetto segnalare che la situazione dell’Irpinia e del resto delle Campania non è diversa da quella presente nella terra dei fuochi (Napoli e Caserta).

Sappiamo di numerosi cancerogeni presenti cui si aggiunge l’inquinamento determinato dalle diossine, ma il pericolo maggiore consiste nell’inquinamento della falda acquifera legato agli sversamenti illeciti (metalli pesanti).

Crediamo a questo punto importante elaborare i dati Istat sull’aspettativa di vita, con un confronto tra le province Campane e la media Italiana. Infatti nel 1992 la media Italiana di aspettativa di vita (maschi) era di 74 anni mentre nel 2010 è diventata di 79.4 anni. In Campania si è passati dai 73.2 ai 77.8 anni quindi da un meno 0.8 ad un raddoppio di meno 1.6. Nella tabella allegata si vede come si sono comportate le province Campane, tutte ormai in negativo, mentre in precedenza Avellino, Benevento e Salerno erano in positivo rispetto alla media italiana.

Anni di vita media in Campania

Provincia

1992

2010

Differenza con l’Italia

Avellino

75

79.2

-        0.2

Benevento

74.8

79

-        0.4

Caserta

72.2

77.4

-        2.0

Napoli

72.3

77.2

-        2.2

Salerno

74.6

78.5

-        0.9

D’altra parte l’indagine epidemiologica sulla Valla del Sabato a cura dell’Asl di Avellino e della Seconda Università di Napoli già nel 2007 aveva evidenziato una mortalità superiore a quella media regionale della Campania per tumori delle ossa e del connettivo. Come causa di morte per leucemie l’Irpinia (Avellino) era al primo posto, mentre per mortalità di tumori testa e collo (labbra, cavo orale, faringe) e stomaco risultava al secondo posto dopo Caserta.

Da poco si è ritornati sui rischi connessi con l’esposizione all’amianto e si è analizzata la vicenda dell’Isochimica di Avellino con l’obiettivo di bonificarla per evitare la contaminazione da amianto di altre persone. La comunità scientifica era al corrente della pericolosità dell’amianto e sia i politici che gli imprenditori erano informati dei suoi rischi. Nonostante tutto il lavoratore veniva considerato un essere vivente al servizio di aziende cui era importante soltanto il proprio tornaconto.

“Tutto il mondo è paese”: l’inquinamento industriale che vede in questi giorni Terni agli onori della cronaca, come denunciato dagli ex lavoratori della Thyssen Krupp di Torino, dimostra ancora una volta come si voglia continuare a costruire edifici su scorie e veleni, barattando la salute con il ricatto del posto di lavoro. Bisogna prima bonificare il territorio, ricco di sostanze pericolose e materiali tossici, come il cromo esavalente, metallo usato in siderurgia come antiruggine, ma con proprietà mutagene e cancerogene.

Altrimenti rimane sempre presente il ricordo del famoso quadro di Munch: l’urlo di angoscia sulle nostre atroci realtà.